«L'eccellenza non è un atto ma un'abitudine». Aristotele
Tratto dal libro "Atteggiamenti mentali e azioni per il successo: come trasformare le ambizioni personali e professionali in risultati" di Gianluca Gambirasio e Claudio Scalco – FrancoAngeli 2012.
"Atteggiamenti mentali e azioni per il successo. Come trasformare le ambizioni personali e professionali in risultati" di Claudio Scalco e Gianluca Gambirasio, FrancoAngeli 2012 |
Appare evidente che la comfort zone, che è normale, inevitabile e perfino utile e comoda in molte situazioni della routine giornaliera, quando diventa preponderante nelle attività della nostra vita, soprattutto in questa realtà che cambia a ogni istante diventando sempre più complessa e competitiva, rappresenta un serio pregiudizio alla qualità e all'efficacia della nostra Vita e del nostro lavoro.
La comfort zone limita la bontà dei risultati, inibisce la motivazione, il divertimento, la crescita personale e professionale e i comportamenti che mantengono il cervello efficiente e giovane.
Per esempio, un venditore in forte comfort zone è quello che dopo molti anni di vendita ha progressivamente automatizzato il proprio lavoro in una serie di comportamenti rutinari e poco produttivi tipici di questo stato:
Un professionista con queste caratteristiche è destinato alla mediocrità.
La zona di comfort è la principale responsabile della naturale resistenza che ogni essere umano oppone al cambiamento. Un vecchio adagio recita "quando lasci la strada vecchia per quella nuova sai cosa lasci e non sai quel che trovi".
La parte d'ignoto che è sempre presente nel cambiamento è all'origine dei sentimenti di dubbio, incertezza e timore. Quello che è certo è che, senza cambiamento, non c'è miglioramento.
Einstein affermava: "Se fai sempre le stesse cose, otterrai sempre gli stessi risultati. Se vuoi risultati differenti, devi fare cose differenti".
Un'altra affermazione famosa è quella di Darwin "In un sistema in evoluzione non sopravvive la specie più forte, ma quella più capace di adattarsi ai cambiamenti".
In questa prospettiva possiamo definire la ricerca dell'eccellenza come un'abitudine a mettersi in gioco per aggiornare continuamente verso l'alto il proprio livello di conoscenze e competenze.
Pensate a un campione del mondo di qualsiasi specialità, per rimanere il numero uno deve continuamente allenarsi per mantenere e aggiornare il suo livello di abilità rispetto ai rivali. Deve continuare a essere quello che sbaglia di meno. Il giorno che non riesce più a farlo inizia il suo declino.
"Siamo ciò che facciamo ripetutamente. Pertanto l'eccellenza non è un'azione, bensì un'abitudine". Aristotele
Tornando all'esempio del venditore, il venditore eccellente è quello che ha l'abitudine a:
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