Uscire dal bozzolo delle
abitudini cristalizzate
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Uscire dal bozzolo delle abitudini cristalizzate
Molte persone oggi rimangono “sedute su se stesse”, prigioniere di abitudini e di modi di essere che determinano stati di pigrizia ed indolenza.
La televisione è ormai da tempo diventata l’oppio dei popoli.
L’eccesso di benessere, la routine quotidiana, l’assenza di valori guida o di sani ideali in cui credere determinano l’assuefazione delle persone ad abitudini stantie, cristallizzate in un bozzolo fatto di asocialità, indifferenza, apatia.
Ognuno è preso esclusivamente da se stesso.
I centri commerciali, diventati ormai delle “città commerciali” nel momento incui la loro estensione ha raggiunto dimensioni aeroportuali, offrono l’illusione dell’aggregazione.
Questi “non-luoghi”, come li definisce Marco Gallo 2 , professore di Storia dell’Arte all’Università di Roma La Sapienza, rappresentano la meta ricorrente di milioni di individui.
Le persone vi organizzano vere e proprie gite giornaliere.
Non si tratta più di trascorrere un paio d’ore di sano e simpatico shopping.
Probabilmente, la dispersione dell’Io nelle merci e nelle vetrine e la noia esistenziale che sempre più persone provano, sono il risultato dell’incapacità di rinnovarsi, di manifestare creatività, di reagire opportunamente alla piattezza, di cambiare un stato di cose indotto da un sistema sociale sempre più consumocentrico.
“Chi si comporta oggi come si comportava ieri, domani otterrà le stesse cose di ieri” (Hans Christian Altmann).
La fantasia, la curiosità, la volontà di resistere alla omologazione culturale e di non cedere al conformismo, sono le risorse strategiche in grado di proiettarci fuori dal bozzolo della chiusura mentale per esplorare il mondo vero, non quello televisivo, virtuale o delle città commerciali.
2 In occasione della presentazione del libro di Marco Testi Altri piani, altre valli, altre montagne (Editrice Pensa Multimedia) patrocinata dall’ Accademia del Desco D’Oro e svolta a Tivoli (RM) il 26 maggio 2007.