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La nostra mente “esorcizza” le paure del tempo attraverso sostanzialmente due meccanismi:
La riflessione di Roberto Gervaso che abbiamo letto nel paragrafo precedente, ci porta al cuore di un fondamentale “problema” legato al tempo e al cambiamento: quello del “controllo” degli eventi.
Come adulti, nella realtà, noi non possiamo controllare o determinare il 100% di quello che ci succede ma sicuramente abbiamo il potere e le capacità per governare al 100% le nostre reazioni rispetto agli eventi che accadono.
Probabilmente, solo i grandi maestri di vita sono in grado di arrivare al 100% del governo di se stessi e delle loro reazioni, noi magari una percentuale più bassa.
Una considerazione: governare in modo intelligente le emozioni non significa essere o diventare dei robot, né tanto meno disumanizzare la nostra natura emotiva che è bella proprio perché a volte si manifesta in modo effervescente ed imprevedibile.
Vuol dire semplicemente che saprò accogliere il momento di tristezza profonda o di rabbia acuta vivendoli come tali, senza tuttavia consentire loro di bivaccare troppo tempo nella mia anima e nel mio corpo ma creando opportune grondaie per il defluimento rapido.
Ad un certo punto, le negatività assorbite devono fuoriuscire od essere in qualche modo trasformate/metabolizzate per ristabilire un pacifico equilibrio con se stessi e con gli altri.
Ognuno è quindi il capitano di se stesso nella sua plancia di comando nel governare gli eventi.
Siamo responsabili dei nostri stati d’animo e di come interpretiamo ciò che accade.
Sappiamo che, da un punto di vista psicologico, la nostra mente vede quello che vuole vedere, quello che più gli interessa, che più l’attrae: governare questi processi percettivi nel senso di rendersi conto ad esempio di quello che ci fa più piacere e di quello che più ci irrita è già un bel passo avanti in termini di consapevolezza del proprio modo di reagire alle situazioni.
L’umorismo, come possibile chiave di lettura, interpretazione e sdrammatizzazione della realtà, è il tipico esempio di “risorsa responsabilizzante”: ci ricorda che, sebbene non possiamo avere il controllo sugli eventi, noi possiamo tuttavia avere “sempre” il controllo sulle nostre reazioni 7 .
Dal momento che l’umorismo è una caratteristica esclusiva dell’uomo, credo che sia una prova indiretta dell’esistenza di un Qualcosa o di un Qualcuno che ha voluto, per motivi a noi sconosciuti, che noi fossimo gli unici esseri sulla Terra a renderci perfettamente conto di quello che ci accade e ad agire secondo un “libero arbitrio”, ossia il disporre di opzioni di scelta comportamentale.
Indico l’espressione tra virgolette perché comunque non disponiamo di una libertà assoluta ma relativa, vale a dire sempre soggetta a condizionamenti biologici, psicologici e socioculturali.
Oltre l’umorismo, altre risorse responsabilizzanti sono:
In sintesi, è necessario che ognuno si responsabilizzi sull’uso del proprio ed altrui tempo.
Molte persone non si accorgono o fanno finta di non accorgersi di “rubare tempo” prezioso a se stessi e al prossimo attraverso tutta una serie di comportamenti che vanno dal lamento gratuito alla mancanza di puntualità, dalla logorrea alle manipolazioni più o meno esplicite.
Bisogna smascherare questi ladri di tempo e distanziarli opportunamente, sempre con il dovuto tatto ma senza concedere “indulti” perché il tempo sottratto indebitamente non ce lo restituirà più nessuno.
7 Per approfondimenti sul tema vedi Stefano Greco, Umorismo & Management.
Una leadership a colpi di sorriso.
Come sviluppare un approccio innovativo nella gestione delle persone in azienda, FrancoAngeli, Milano, 2006.
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