La comunicazione non verbale è una forma di espressione che va oltre le parole. Coinvolge una serie di segnali e segnali trasmessi attraverso il corpo, i gesti, l'espressione facciale, il tono della voce e altri mezzi. Questa modalità di comunicazione può essere altrettanto, se non più, potente delle parole stesse.
Quando comunicando senza l'uso diretto delle parole, il nostro corpo parla comunque. Le espressioni facciali, i gesti, la postura corporea e altri segnali contribuiscono a trasmettere emozioni, intenzioni e stati d'animo. Ad esempio, un sorriso può esprimere gioia, il contatto visivo può indicare fiducia, mentre una postura chiusa potrebbe suggerire disagio o difesa.
La comunicazione non verbale è spesso istintiva e può trasmettere messaggi anche quando non siamo consapevoli di farlo. La comprensione di questi segnali e la loro consapevolezza possono migliorare la qualità delle relazioni interpersonali, facilitando una comprensione più profonda e accurata.
La cena mimo è un divertente ed originale viaggio all'interno della comunicazione non verbale e del linguaggio del corpo con le squadre che si sfidano tra loro a suon di prove come "Il linguaggio dei segni", "Mimo Cabaret", "Indovina la frase", "Alzate gli indici".
Il mimo ha radici antiche e può essere rintracciato nelle tradizioni teatrali di varie culture. Gli antichi greci, ad esempio, incorporavano elementi di mimo nelle loro rappresentazioni teatrali. Tuttavia, la forma di mimo più nota si sviluppò a Roma con gli attori chiamati "mimi" che utilizzavano la gestualità per raccontare storie comiche e drammatiche
Durante il Medioevo, il mimo divenne parte delle rappresentazioni di farse e commedie dell'arte. I mimi medievali spesso eseguivano in maschera, utilizzando il corpo e i movimenti esagerati per comunicare.
Il Rinascimento portò ulteriori sviluppi al mimo attraverso la Commedia dell'Arte in Italia. Questo stile teatrale improvvisato coinvolgeva personaggi tipici, alcuni dei quali utilizzavano il mimo come mezzo principale di espressione.
Nel XX secolo, Marcel Marceau, un celebre mimo francese, ebbe un impatto significativo sul mimo moderno. Marceau creò il personaggio di Bip, un pierrot triste, e portò il mimo a nuovi livelli di riconoscimento internazionale. La sua tecnica e il suo stile influenzarono generazioni successive di artisti mimici.
Il mimo, nel corso degli anni, ha mantenuto la sua presenza nei circhi, nei teatri e in altre forme di spettacolo. Artisti moderni utilizzano il mimo in modi innovativi, incorporando nuove tecniche e stili per comunicare e intrattenere il pubblico.
Oggi, il mimo continua a essere una forma d'arte affascinante che può essere apprezzata in diverse culture e contesti artistici.
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