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Le persone non abituate al lavoro in gruppo tendono ad attribuire la causa degli inevitabili conflitti che accompagnano la creazione di un gruppo affiatato al cattivo carattere delle persone e/o a una cattiva Direzione.
Se sei stato incaricato della Direzione o del coordinamento di un team, ancora una volta sta a te imporre una struttura, cioè un contesto e dei presupposti, che permetta alle persone di avere una lettura più positiva e costruttiva di quello che sta accadendo.
Il fatto è che culturalmente siamo portati a pensare che il conflitto sia qualcosa di negativo che va evitato il più possibile. Nella nostra mente, e spesso nelle nostre esperienze, i conflitti coincidono con il termine "violenza" o il rischio di arrivare a questa; in ogni caso li associamo a qualcosa di faticoso, difficile, complesso, snervante, prosciugante. E questo è anche vero, ma…
I conflitti assumono il più delle volte tratti violenti, ma il conflitto non è violenza: la violenza è la trasformazione distruttiva di un conflitto, non è il suo presupposto o la sua conclusione sicura.
I conflitti sono un'esperienza ineludibile nella vita di ciascuno di noi. Il conflitto è una situazione in cui una persona percepisce una incompatibilità con uno o più persone o fattori che ostacola od ostacolano la propria realizzazione in termini di pensieri, emozioni e comportamenti.
In quest'ottica una vita vissuta senza conflitto sarebbe una vita nella quale non sapremmo camminare, leggere, scrivere, fare amicizie… tutte queste attività ci hanno richiesto di superare ostacoli: i nostri limiti, la nostra pigrizia, la fatica di comprenderci con gli altri.
Apprendere a trasformare i conflitti comporta acquisire un insieme di abitudini e abilità di linguaggio che rinforzano la nostra capacità di rimanere presenti e "alla guida" anche in condizioni difficili.
Metodi e tecniche di comunicazione efficace ci aiuteranno a:
Il rapporto interpersonale è uno scambio, affinché questo sia produttivo occorre una comunicazione efficace che consenta un progressivo avvicinamento delle parti.
Occorre adoperarsi non solo a parlare, ma anche ad ascoltare per comprendere i nostri interlocutori ed avere così la possibilità di arricchirci con la loro esperienza e diversa sensibilità.
Gli equivoci, il conflitto e l'incomprensione sono meccanismi che con il processo della comunicazione interpersonale possono essere frenati.
L'indifferenza, proprio perché impedisce ogni possibilità di confronto è molto pericolosa. I conflitti interni rischiano di minare l'efficacia e la sopravvivenza stessa di un gruppo di lavoro.
Confrontarsi con gli altri significa raggiungere un obiettivo rimanendo in buoni rapporti. L’importanza di saper accogliere i diversi punti di vista degli altri. “Oggettivare” il linguaggio ci aiuta a confrontarci in modo efficace. Distinguere sempre i fatti (dati, numeri, elementi oggettivi, ...) dalle opinioni personali. Essere curiosi del pensiero degli altri aiuta il confronto!
Ecco tre metodi per gestire il disaccordo, suggeriti da Herbert S. Kindler nel suo libro "Come dirigere e motivare professionals, specialisti e tecnici" (Ed. Franco Angeli):
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