Corso Il feed back ai collaboratori
Il pieno apprezzamento per il lavoro svolto è una delle aspettative principali dei collaboratori in ogni tipo di azienda e organizzazione, mentre la mancanza di momenti gratificanti, magari con la costante condivisione di momenti negativi, è tra i principali fattori di stress.
Per questo è importante programmare almeno un incontro annuale in cui valutare con il collaboratore i risultati raggiunti.
Ma per ottenere i migliori risultati è opportuno pianificare durante tutto l'anno dei momenti di controllo e verifica dell'attività svolta. Ma è bene utilizzare il feed back quotidianamente o ogni volta che se se ne ha l'occasione perché:
- chiunque impiega energie fisiche e psichiche per svolgere un compito si aspetta un segnale di ritorno (feed back);
- il tipo di segnale di ritorno influenza gli impieghi di energie successive;
- la principale fonte di segnali di ritorno è il proprio responsabile diretto.
Se una persona compie degli sforzi per andare dalla posizione A alla posizione B, quando riceve un feed back positivo (un apprezzamento, attestazioni di stima, fiducia), tenderà a proseguire nella stessa direzione aumentando la quantità di sforzi. Il riconoscimento positivo genera:
- volontà di proseguire nell'azione lodata;
Assenza di feed back.
La persona che sta compiendo degli sforzi e non riceve nessun feed back tenderà a proseguire nella stessa direzione, ma andando avanti con inerzia, cioè diminuendo progressivamente l'impegno profuso. La mancanza di riconoscimento genera:
- rallentamento nelle prestazioni;
- spinta a ripetere le azioni o le risposte meno difficili (evitando qualsiasi innovazione e miglioramento).
Se il feed back è così utile e non costa niente! (se non il tempo per comunicarlo), perché viene utilizzato così di rado?
Queste sono alcune delle ragioni – alibi – che i responsabili dichiarano nel rispondere alla domanda:
- Meglio non darlo troppo, perché poi chiedono un aumento…
- Non ce n'è bisogno, va tutto bene…
- Ho paura della reazione dell'altro…
Ecco alcuni degli errori più frequenti nel dare feed back:
- cercare di prendere sempre decisioni popolari;
- valutare i rapporti personali invece di attenersi a quelli professionali;
- essere vaghi nei rimproveri e negli elogi;
- basarsi sulle impressioni invece che sui fatti;
- non verificare di persona le informazioni ricevute;
- usare due pesi e due misure;
- rafforzare i propri commenti con la descrizione dei propri successi passati ("quando facevo io il tuo lavoro…").
Lo strumento linguistico da utilizzare sempre se volete migliorare immediatamente il vostro feed back è il linguaggio specifico, in modo da tradurre eventuali giudizi in osservazioni precise.
Grazie al linguaggio specifico puoi segnalare il comportamento inadeguato senza farlo apparire come un giudizio sulla persona: da "la relazione che hai scritto non va bene" a "manca una parte introduttiva di analisi e ci sono delle forme colloquiali che io cambierei, ti mostro quali…".
Puoi riconoscere l'intenzione positiva : "capisco che concentrando al pomeriggio la gestione delle pratiche puoi lavorare in maniera più efficiente" e spiegare le conseguenze dell'errore: "i nostri Clienti ci scelgono perché siamo sempre reperibili; se questo non succede alcuni di loro potrebbero finire per scegliere un altro fornitore".
Le 8 regole fondamentali per segnalare tempestivamente gli errori:
- Comunica che è il comportamento che non va, non la persona
- Parla con la persona in privato
- Riconosci l'intenzione positiva
- Cita solo fatti di prima mano e specifici
- Spiega le conseguenze dell'errore
- Accordati su come evitare l'errore in futuro
Obiettivi del corso:
- utilizzare lo strumento del feed back in modo efficace per far crescere la motivazione dei collaboratori.
Programma del corso:
Perché dare feedback ai collaboratori?
- Il feedback come strumento di crescita: Comprendere come un feedback ben gestito stimoli apprendimento, motivazione e sviluppo continuo.
- Feedback e performance: Il legame diretto tra comunicazione costruttiva e miglioramento delle prestazioni individuali e di team.
- Feedback come leva di leadership: Rafforzare la fiducia, chiarire le aspettative e allineare le azioni agli obiettivi aziendali.
I timori e le preoccupazioni del manager nel dare un feedback ai collaboratori
- Le paure più comuni: Timore di rovinare il rapporto, di essere fraintesi, di generare conflitto o demotivazione.
- Superare l’ansia da confronto: Strategie per affrontare il feedback come un’opportunità, non come una minaccia.
- Allenare l’intelligenza emotiva: Gestione delle emozioni proprie e altrui nel momento del confronto.
I rischi dell’assenza di feedback
- Conseguenze dell’indifferenza: L’assenza di feedback crea disorientamento, demotivazione e alimenta errori ripetuti.
- Feedback mancato = prestazione mancata: Senza riscontri, è difficile correggere le deviazioni o rafforzare i comportamenti virtuosi.
- Effetto silenzio: Come l’assenza di feedback può essere percepita come disinteresse o mancanza di leadership.
Gli errori da evitare nel dare feedback
- Essere vaghi o generici
- Rimandare troppo nel tempo
- Personalizzare il giudizio (attaccare la persona invece del comportamento)
- Dare feedback solo quando c’è un problema
- Utilizzare toni accusatori o giudicanti
- Non ascoltare la reazione del collaboratore
Analisi di casi pratici per riconoscere e correggere gli errori più diffusi.
Come dare un feedback negativo: CAP (Comportamento – Alternativa – Positivo)
- Tecnica CAP: Descrivere il comportamento osservato, proporre un'alternativa e chiudere con un segnale di fiducia positiva.
- Feedback in privato, mai in pubblico: Il rispetto della persona passa anche dal contesto.
- Un messaggio alla volta: Evitare feedback cumulativi e concentrarsi su singoli aspetti migliorabili.
- Essere specifici e concreti: Parlare di fatti, non di opinioni.
- Focus sull’azione, non sulla persona: Costruire fiducia anche nei momenti più delicati.
Come dare un feedback positivo
- Tempestività e sincerità: Il valore di un riconoscimento dato al momento giusto e senza forzature.
- Specificità: Evitare frasi vaghe come “Bravo!” e indicare esattamente cosa è stato apprezzato.
- Rinforzare i comportamenti virtuosi: Il feedback positivo come strumento per moltiplicare le buone pratiche.
- Bilanciare con il feedback correttivo: Costruire un clima in cui il feedback positivo non è solo una “coccola”, ma parte integrante del percorso professionale.
La fondamentale importanza del riconoscimento positivo
- Il bisogno psicologico di essere visti: Come il riconoscimento migliora autostima, coinvolgimento e senso di appartenenza.
- Motivare anche i “solidi e silenziosi”: Non solo chi si distingue deve essere valorizzato, ma anche chi mantiene alto lo standard quotidiano.
- Il riconoscimento come carburante relazionale: Costruire una cultura della valorizzazione costante, non occasionale.
Il potere magico della parola "Grazie!"
- Il valore di un grazie autentico: Perché ringraziare fa bene a chi lo riceve, ma anche a chi lo dice.
- Gratitudine e leadership: Il leader che sa ringraziare costruisce fiducia e collaborazione duratura.
- "Grazie" come pratica quotidiana: Inserire il riconoscimento nei riti aziendali (riunioni, mail, check-in settimanali).
Il colloquio di feedback: informale vs formale
- Feedback on the go: L’importanza dei micro-feedback quotidiani per mantenere il dialogo aperto e continuo.
- Il colloquio strutturato: Come pianificare un incontro di feedback formale, preparando contenuti, tempistiche e modalità.
- Quando scegliere l’uno o l’altro: Adattare lo stile al contesto, alla persona e alla natura del messaggio.
Diffondere la cultura del feedback in azienda: aiutiamoci a migliorare
- Il feedback non è solo del capo: Incentivare la cultura del feedback tra pari, a 360°, come strumento di miglioramento condiviso.
- Valorizzare l’errore come occasione di apprendimento
- Creare ambienti sicuri: Promuovere un clima di ascolto, apertura e non giudizio per stimolare la comunicazione autentica.
- Esercizi di team coaching: Attività esperienziali per allenare il feedback reciproco all’interno del gruppo.
Chiedere feedback a tutti i livelli: capo, colleghi e collaboratori
- Il manager che chiede feedback: Segnale di maturità, apertura e leadership evoluta.
- Feedback bottom-up: Come coinvolgere il team nel miglioramento dello stile di gestione.
- Strumenti pratici per raccogliere feedback: Survey, check-in, riunioni di allineamento, one-to-one.
- Chiudere il cerchio: Non basta chiedere, bisogna anche restituire e agire in base al feedback ricevuto.
Questo corso offre strumenti pratici e strategie concrete per trasformare il feedback da attività difficile o evitata a leva fondamentale per la crescita delle persone e dei team, contribuendo a costruire un clima di fiducia, sviluppo e responsabilità condivisa.
- Il Piano Personale di Miglioramento: costruire un piano d’azione concreto per lavorare sulle proprie aree di miglioramento individuate durante il corso di formazione:
- cosa voglio continuare a fare?
- Cosa voglio iniziare a fare?
Il feedback ai collaboratori: come fornire feedback chiari e costruttivi
Fornire feedback chiari e costruttivi è essenziale per stimolare il miglioramento continuo e rafforzare il rapporto con i collaboratori. Questo corso ti insegnerà a comunicare in modo efficace, evidenziando i punti di forza e le aree di miglioramento, in modo che ogni feedback diventi uno strumento di crescita.
Attraverso tecniche pratiche, imparerai come offrire un feedback che motivi i collaboratori e li aiuti a raggiungere i loro obiettivi professionali. Inoltre, vedrai come questo processo possa migliorare la comunicazione interna e favorire un clima aziendale positivo e collaborativo.
Contattaci per maggiori informazioni e scopri come adattare il corso alle esigenze specifiche della tua azienda. Aiuta il tuo team a crescere con feedback che fanno davvero la differenza!
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