Questo articolo è tratto dal libro:
"Più risultati in meno tempo: come migliorare la gestione delle proprie attività lavorative" di Gianluca Gambirasio, FrancoAngeli 2007 |
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«Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano; se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi; se vuoi cento anni di prosperità, fai crescere le persone». Proverbio cinese
Gestire con efficacia il processo di delega rappresenta uno dei segreti dei manager di successo. È il manager che sceglie perché, a chi, come, quanto e quando delegare. Il manager non è solo responsabile della propria gestione delle attività ma anche di quella delle persone che fanno parte della sua squadra.
Nella definizione di Peter Drucker: “il management è il conseguimento di obiettivi tramite terzi”, si sottolinea la centralità della delega.
Occorre in ogni caso stabilire le modalità di controllo che il capo effettuerà sul lavoro svolto dal delegato.
Alcune domande che un manager deve periodicamente porsi sono:
È utile il ricorso alla delega quando:
Questo strumento di autodiagnosi è utile a comprendere quanto siamo propensi a utilizzare correttamente il processo di delega.
Attribuite ad ognuna delle affermazioni seguenti il vostro giudizio di vero o falso.
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VERO |
FALSO |
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Interpretazione dei risultati
Utilizzando la seguente griglia di correzione, attribuite 1 punto ad ogni risposta esatta e 0 punti ad ogni risposta sbagliata. Sommate i punti delle risposte corrette.
Domanda |
VERO |
FALSO |
1 |
1 |
0 |
2 |
0 |
1 |
3 |
0 |
1 |
4 |
0 |
1 |
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0 |
1 |
6 |
0 |
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7 |
0 |
1 |
8 |
0 |
1 |
9 |
1 |
0 |
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0 |
1 |
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0 |
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1 |
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0 |
1 |
19 |
0 |
1 |
20 |
0 |
1 |
Punteggio totale: |
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«Se risultasse necessario assegnare incarichi a persone inefficaci, affidategli compiti non determinanti per i risultati». Marco Ungarelli
Tre elementi indispensabili nella delega di decisioni sono:
delegare decisioni ad un collaboratore, non significa rinunciare alle proprie responsabilità. Se infatti la delega si concretizza in un fallimento, la responsabilità è anche del capo avendo mal gestito le diverse fasi del processo di delega. La responsabilità è condivisa tra capo e collaboratore.
dopo aver comunicato gli obiettivi da raggiungere ad un collaboratore il manager lo deve rendere autonomo per quanto riguarda la loro realizzazione.
Esiste una delega effettiva quando ad esempio il Responsabile del Personale delega ad un suo collaboratore l’attività di ricerca e selezione di una società di consulenza per l’effettuazione di un corso di formazione sulle tecniche di vendita, dopo averne condiviso le linee guida.
Non esiste delega di decisioni se al contrario il Responsabile del Personale suggerisce le aziende da contattare, prende parte ai colloqui, legge e seleziona le offerte ricevute e prende lui la scelta finale.
nel corso del processo di delega il capo deve tenere sotto controllo l’andamento dei risultati conseguiti rispetto agli obiettivi concordati (analisi stato avanzamento lavori), per eventualmente definire insieme al delegato opportune azioni correttive e/o di sostegno.
Fase 1: la valutazione del carico di lavoro
Prima di assegnare una delega devono essere analizzati e valutati i carichi di lavoro del manager e dei collaboratori. Occorre evitare il rischio di sovraccaricare eccessivamente il delegato con il rischio di causare una perdita di efficienza nell’intero gruppo di lavoro e/o rompere gli equilibri.
Fase 2: la definizione degli obiettivi
Lavorare su obiettivi chiari consente di esplicitare le aspettative, di pianificare le attività di delega e di dare la giusta priorità agli impegni.
Avere aspettative elevate favorisce nel collaboratore comportamenti coerenti con le aspettative. Occorre rimanere nell’ambito di un obiettivo ambizioso ma nello stesso tempo raggiungibile per non scoraggiare il collaboratore.
Fase 3: l’esame del lavoro da svolgere e delle risorse necessarie
Si devono analizzare le attività sottese nella delega. Dato che la delega richiede la presa di decisioni e l'esercizio di iniziative, essa deve prevedere l’autorità di prendere tali decisioni e la responsabilità per i risultati.
Devono essere assegnate le risorse necessarie per portare a termine il lavoro. Una delega priva delle necessarie risorse è inefficace; ad esempio, se un compito delegato richiede l'esborso di denaro, l'uso di informazioni, di tempo, di persone e di attrezzature per essere portato a termine, occorre delegare l'autorità di spendere il denaro, di avere accesso alle informazioni necessarie, di adoperare il tempo e le attrezzature, e di dirigere il personale interessato.
Fase 4: colloquio strutturato tra capo e collaboratore per la definizione dei vincoli e delle risorse
Durante il colloquio dobbiamo verificare che il delegato abbia chiaramente compreso il contenuto ed i limiti della delega (contratto psicologico).
Lo scopo del colloquio di delega è fare chiarezza tra capo e collaboratore su come deve essere la prestazione attesa. In tale colloquio devono essere presenti i seguenti elementi:
Fase 5: il controllo
Controllare significa verificare l’adeguatezza della prestazione (risultati conseguiti) rispetto alla responsabilità affidata (obiettivi affidati). I dipendenti svolgono delle attività soggette al controllo del proprio capo, è questo il senso della responsabilità.
Occorre adattare il controllo al grado di maturità e di autonomia del collaboratore. Se il controllo è troppo frequente, il dipendente è portato a ritenere che la delega nominale sia stata di fatto annullata.
Se il controllo si esercita ad intervalli troppo lunghi rispetto alle capacità del sottoposto, c’è il rischio che questi non si senta sufficientemente supportato dal proprio capo e/o di accorgersi troppo tardi di errori commessi. Un’attività di controllo non ben definita fin dall’inizio e/o mal esercitata rischia di rendere inefficace l’intero processo di delega.
Il capo deve essere sempre disponibile a supportare il collaboratore, non può mai privarsi dell’obbligo di rispondere; se lo fa non sta delegando ma sta scaricando grattacapi sul collaboratore.
La delega non deve essere ritirata finché il delegato opera entro i limiti di responsabilità ed autorità assegnati, non si rende responsabile di palesi inadempienze o di risultati dannosi, oppure fa cattivo uso della delega.
«Colui che non lascia niente al caso raramente farà cose in modo sbagliato, ma farà molte poche cose». George Faville Halifax
Un classico esempio di criticità che si riscontra nelle aziende:
Il manager: <<Sono molto deluso dal comportamento di Michele, ho fissato con lui gli obiettivi in modo molto chiaro e preciso, e ho controllato i risultati dopo un mese di attività. Come al solito, sono dovuto intervenire in prima persona.
Alla fine sono io il responsabile ultimo delle attività e non posso permettere che si facciano certi errori grossolani. A Michele tanto non interessa, perché comunque quello che ci rimette la faccia davanti alla Direzione sono sempre e solo io! È inutile, se le cose non le faccio io nascono sempre dei problemi e i risultati sono sempre inferiori alle aspettative. A volte mi chiedo se lo faccia di proposito…>>.
Il collaboratore: <<Il Dr. Martini mi ha assegnato degli obiettivi in modo generico e mi ha anche detto che ero responsabile del loro raggiungimento. Ma, come sempre vuole che tutto venga fatto come lo farebbe lui. Se non mi lascia libero di scegliere, a questo punto perché non lo fa’ direttamente lui? Dice sempre di essere un manager che delega molto ai suoi collaboratori, in realtà non delega un bel niente! Il suo sogno sarebbe di avere dei cloni e non dei collaboratori. Sono stanco di questa situazione…>>.
L’attività di delega si gioca sovente sul delicato equilibrio tra la libertà d’azione del delegato e il controllo esercitato dal delegante.
La delega, se correttamente gestita, consente di offrire vantaggi sia al manager che ai suoi collaboratori:
Alcuni preoccupazioni del manager nei confronti del processo di delega possono essere:
Alcune remore del collaboratore nei confronti del processo di delega possono essere:
«Un uomo incapace di avere visioni non realizzerà mai una grande speranza né comincerà mai alcuna grande impresa».Thomas Woodrow Wilson
L’efficacia della delega dipende anche dalla maturità e dalle motivazioni dei collaboratori a disposizione del manager.
Secondo la teoria sul bisogno di motivazioni di David McClelland (1961):
Tab. 15 – Collaboratori low e high performers
Low performers |
High performers |
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L’obiettivo di un manager non è quello di riuscire a fare miracoli, ma di riuscire ad impostare lo schema di gioco della propria squadra valorizzando al massimo le alte e/o basse prestazioni e potenzialità dei propri collaboratori.
Conclusioni
Ricapitolando è importante:
Scelga uno dei suoi collaboratori ed analizzi il processo di delega da lei attuato.
Nominativo collaboratore: |
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Cosa gli delego (attualmente):
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Modifiche della delega nel cosa (aggiungere, togliere): |
Come gestisco il processo di delega attualmente:
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Cosa devo modificare nel processo di delega: |
anni di esperienza
formatori e consulenti aziendali senior
corsi in aula / online e team building a catalogo
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