1. Quali caratteristiche deve possedere un bravo capo spedizione?
Simone Moro - Deve sapere le lingue, avere carisma e forte personalità, intraprendente, essere chiaro e senza timori reverenziali. Deve ovviamente avere senso pratico e pragmatismo in modo da poter avere la risposta e la soluzione migliore per le varie situazioni che una spedizione può contemplare. Il capo spedizione deve essere anche credibile atleticamente, molto preparato, perché altrimenti i brusii e le sfiducia serpeggiano in sorrisi di facciata, ma menefreghismo e anarchia di sostanza...
2. Quali sono le difficoltà/imprevisti più frequenti che si verificano durante una spedizione? Come le affronti?
Simone Moro - Che i componenti litighino, che ci siano le prime donne, che non arrivino i bagagli e che ci sia un calo motivazionale. Queste cose si risolvono in primo modo essendo scrupolosi e meticolosi a scegliere la squadra. Troppo spesso infatti ci si accorge di avere dei pirla (eufemismo) nel gruppo quando è troppo tardi o quando ci si accorge che sono “contagiosi”… Il secondo modo è essere amichevoli ma risoluti nelle comunicazioni, ammonimenti, decisioni. Se si ha carisma e credibilità le cose sono abbastanza facili.
3. Cosa fai per cercare di mantenere sempre alto il morale e la motivazione dei componenti della spedizione?
Simone Moro - Cerco di essere contagioso nel mio ottimismo che, grazie a Dio, non smette mai di accompagnare il mio modo d’essere. Se si ride e si è motivati di natura è facile trasmettere anche agli altri uguale sentimento.
4. Nel caso vi siano contrasti tra alcuni membri della spedizione, come gestisci la situazione? Descrivici un caso emblematico.
Simone Moro - Mi è capitato ad esempio nel 1995 che Fausto De Stefani e Josef Rakoncaj si scazzottassero al campo base del Kangchenjunga e senza farmi impressionare dalle personalità e curriculum ho riunito il gruppo e guardando in faccia tutti componenti ho espresso la mia opinione e fatto un bel cazziatone. Allora avevo solo 27 anni e mezzo ma non ero un pivellino. Ero pronto a chiudere la spedizione o allontanare qualcuno… ma alla fine un componente se ne è andato spontaneamente anche se avrei preferito lo facesse qualcun altro...
5. Completa la frase: “Lavorare in team per me significa…”
Simone Moro - Sapere il mio ruolo e rispettarne le mansioni ed eventuali limiti.
6. Tra la tua prima esperienza come Capo Spedizione e la tua ultima, quali sono stati i principali miglioramenti che ti riconosci?
Simone Moro - Sono diventato più saggio, forte, carismatico e risoluto come persona e dunque ho saputo essere all’altezza. Io però ho sempre fatto alpinismo in piccolissimi team a parte rarissime occasioni nelle quali ho però saputo guardare dritto negli occhi chiunque.
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