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Vediamo ora nel dettaglio le singole fasi della progettazione e dello svolgimento delle attività formative.
La sequenzialità dello schema indica la necessaria propedeuticità di ogni singola fase al fine di assicurare la massima efficacia del progetto.
La fase di analisi e ricerca
Se, in quale misura e in quali condizioni, la formazione può soddisfare le esigenze individuate senza creare false aspettative.
Come definire gli indicatori di efficacia attraverso i quali poter stabilire successivamente se le attività formative hanno raggiunto gli obiettivi attesi.
Quali contenuti erogare e quali attività svolgere in funzione degli obiettivi di sviluppo pensati strategicamente dal Committente ed elaborati insieme alla consulenza.
Le tecniche che possono essere utilizzate, singolarmente o congiuntamente, in questa fase sono:
Le criticità che possono manifestarsi, legate al sistema delle tre piramidi (Fig. 6), sono:
Fig. 6) Il sistema delle tre piramidi nella progettazione nello svolgimento della formazion
Gli interventi in aula, in outdoor, con modalità blended e il coaching
Dopo la fase di analisi e ricerca, segue la fase attuativa degli interventi, basata sulle diverse metodologie formative.
Il capitolo successivo sarà dedicato in particolare all’approfondimento dei criteri di scelta ed utilizzo delle metodologie formative in funzione degli obiettivi da raggiungere.
Qui è opportuno tuttavia soffermarsi sulla distinzione concettuale tra:
Tutta la strumentazione, la tecnologia ed i mezzi che servono per governare la “barca a vela” della formazione di cui il formatore è lo skipper.
Dalla valutazione dei primi risultati al report conclusivo
La formazione non si deve fermare alla conclusione degli interventi ma è necessario che costituisca sempre un trampolino di lancio per il processo di sviluppo delle competenze delle persone ed il miglioramento continuo del sistema azienda.
Ogni partecipante deve essere messo in grado di porsi degli obiettivi concreti sui quale lavorare al suo ritorno sul campo.
Questi obiettivi devono essere individuati in maniera precisa e portare alla realizzazione di un vero e proprio piano personale di miglioramento.
La valutazione dell’efficacia degli interventi formativi si attua attraverso tre modalità da interconnettere e gestire in funzione della specificità di ogni singolo progetto:
a) La valutazione “a caldo”:
Avvertenza
La valutazione a caldo è essenzialmente legata alle percezioni dei partecipanti per cui il livello di gradimento non va identificato con il “risultato oggettivo” della formazione.
b) La verifica strutturata dell’apprendimento con test di entrata e di uscita al fine di “oggettivare” i risultati dell’attività formativa.
Nello specifico, la logica che sostiene l’utilizzo di tali strumenti valutativi è finalizzata all’individuazione di dati oggettivi per il calcolo dell’efficacia, genericamente definibile come il rapporto tra ciò che l’intervento formativo riesce a produrre realmente in termini di valore aggiunto e il fabbisogno formativo medio corrispondente al campione dei partecipanti.
La definizione stessa di efficacia implica particolari modalità di verifica dell’apprendimento, caratterizzate dal confronto significativo tra il sistema di conoscenze iniziali e lo stato di conoscenze finali dei partecipanti.
La presenza di almeno due eventi valutativi costituisce la premessa fondamentale per il calcolo dell’efficacia.
Con riferimento alla letteratura docimologica, questa verifica è da considerarsi legittima solamente in presenza di strumenti di valutazione validi, attendibili e in relazione di isomorfismo.
Il concetto di validità implica la coerenza strutturale e sostanziale tra il sistema di valutazione e il sistema di contenuti che rappresenta l’oggetto del corso.
In altri termini, un sistema di valutazione può essere considerato “valido” se garantisce:
Il concetto di attendibilità implica invece una relazione di equivalenza – il termine tecnico è “isomorfismo” – tra due test validi e impone agli strumenti di valutazione di fornire risultati più o meno simili in relazione a utenti con caratteristiche simili.
La relazione di isomorfismo è fondamentale per garantire l’attendibilità dei due test – di entrata e di uscita – , poiché determina appunto una equivalenza sostanziale e strutturale dei due strumenti valutativi.
Il test di entrata ha principalmente finalità di tipo diagnostico in quanto “valuta” le conoscenze iniziali del partecipante rispetto ai contenuti della formazione, assolvendo anche una funzione di “orientamento” e “motivazione” verso una più efficace fruizione delle attività formative.
Il test di uscita va a misurare l’apprendimento conseguito dal partecipante nell’ambito di un modulo o di un percorso formativo.
La finalità valutativa è di tipo sommativo, vale a dire misura il livello di conoscenze acquisite a conclusione delle attività formative.
Al fine di evitare ambiguità, inoltre, è opportuno far riferimento nei punteggi forniti da tutti gli strumenti a scale di misura normalizzate, senza prevedere l’introduzione di valori negativi o penalità.
In tal senso, gli unici valori assegnati ai singoli item di tutte le prove sono “1”, in caso di risposta esatta e “0” in caso di risposta errata.
Avvertenza
Per quanto la docimologia abbia recentemente fatto notevoli passi avanti in termini di creazione di sistemi per la misurazione dei risultati della formazione, “il rapporto fra competenze e standard è un rapporto in definitiva piuttosto ambiguo: se traduciamo gli standard, come solitamente accade, in determinati ambiti e livelli del saper apprendere, saper fare, saper essere e sapersi relazionare con gli altri, certamente possiamo accertare che un soggetto ha la competenza di fare quello che effettivamente fa e che gli proponiamo di fare.
Tuttavia, non potremo mai sapere quali possano essere le sue risorse in ambiti ed in contesti diversi da quelli che gli proponiamo.
E soprattutto, non potremo mai sapere quali possano essere l’ estensione, la profondità, la versatilità delle sue risorse. Non potremo mai quantificare e misurare le sue competenze”.
c) La valutazione “a freddo”
Avvertenza
Per garantire il pieno ritorno dell’investimento formativo, è opportuno che il report conclusivo contenga anche un piano d’azione per il breve-medio-lungo termine che miri, da un lato, a prospettare linee guida per futuri piani formativi e, dall’altro, a fornire al management suggerimenti da mettere in pratica subito per quel che riguarda la gestione delle persone e dei processi organizzativi.
Docimologia - Branca della pedagogia e della didattica che studia scientificamente i metodi delle prove scolastiche e i loro criteri di valutazione.
Termine composto del greco “dòkimos”, idoneo, capace – da “dokimoun”, mettere alla prova – e “logia”.
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formatori e consulenti aziendali senior
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