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Articolo tratto dal libro di Gianluca Gambirasio: "Formazione formatori: emergere con i risultati dalla giungla della formazione aziendale", FrancoAngeli, 2009.
«Se uno avanza fiducioso in direzione dei suoi sogni, e si sforza di vivere la propria vita come l'ha immaginata, incontrerà un successo inatteso in situazioni normali». Henry David Thoreau
Molte società di formazione così come le aziende si trovano in difficoltà e hanno politiche che mirano allo sfoltimento del personale interno e/o al ricorso a collaborazioni esterne occasionali.
Affermarsi come formatore oggi non è semplice e l’attuale situazione di mercato non agevola certo nel compito, in ogni caso se si è determinati non è impossibile.
Ogni giorno anche la mia società di consulenza e formazione riceve i curriculum vitae di persone che si propongono come formatori ed il nostro archivio ha ormai accumulato diverse migliaia di candidature.
La mole di curriculum vitae ricevuti è così ampia che abbiamo dovuto impostare un messaggio automatico di risposta alle mail ricevute dalla nostra casella di posta elettronica dedica alla ricerca di nuovo personale (selezione@olympos.it).
Il numero dei potenziali candidati è in continuo aumento e solo una piccola parte riesce nell’intento raggiungendo soddisfacenti livelli di gratificazione lavorativa.
Come tutte le professioni per riuscire a raggiungere un’adeguata preparazione occorre un periodo di training iniziale.
Per aumentare le possibilità di entrare nel “giro giusto” (la fascia medio-alta del mercato della formazione) conviene aver anche conseguito una laurea con un buon voto e/o aver prima maturato significative esperienze di successo in primarie aziende.
Entrati nel campo della formazione aziendale occorre mettere in preventivo dai tre ai cinque anni di sacrifici anche in termini economici per maturare la giusta esperienza come formatore e dopo la fase della gavetta iniziale, raccogliere i primi frutti.
Nei primi anni consiglio di guardare maggiormente alle possibilità di apprendimento e di crescita personale e professionale piuttosto che alla remunerazione economica. Sarà un investimento che se ben fatto ci saprà ripagherà.
Un errore che vedo spesso compiere ai neolaureati è quello di sentirsi arrivati quando in realtà sono solo ai blocchi di partenza.
La laurea da sola non basta per dimostrare quanto valiamo ad un’azienda.
Dimostriamo con i risultati ad un’azienda il nostro valore e se poi non verremo adeguatamente remunerati per il nostro valore, non avremo di certo problemi nel trovarne un’altra.
A regime la remunerazione economica di un formatore varia moltissimo: da livelli di pura sopravvivenza fino a cifre di tutto rispetto.
Il gettone d’aula di riferimento nel mercato della formazione per un formatore senior free lance, che non ha quindi un contratto di lavoro dipendente, si aggira sui 500 euro lordi a giornata + IVA.
La remunerazione economica del formatore nel corso del tempo dipende molto dalle sue qualità e dalla fascia di mercato in cui è riuscito a collocarsi.
Per ridurre al massimo le tempistiche è fondamentale scegliere la società di formazione in cui inserirsi valutando con molta attenzione, prima di decidere se accettare o meno un’offerta di lavoro:
Per diventare un formatore di successo occorre avere la possibilità di lavorare al fianco di colleghi molto validi che ci possano trasferire il loro know how e per Clienti e progetti di alto livello.
La cosa migliore per imparare velocemente è lavorare in un team in cui si è il più scarso. Più sono bravi i nostri colleghi più avremo modo di imparare velocemente i segreti del mestiere da loro.
Per chi desidera entrare a lavorare in una società di formazione rendersi disponibili anche nello sviluppare commercialmente i servizi offerti dalla società, può essere un elemento di differenziazione rispetto a coloro che si propongono solo come formatore.
In una società di formazione riuscire a ricoprire un ruolo commerciale e quindi di team leader nei progetti consente anche a regime di poter selezionare in prima persona i progetti in cui lavorare operativamente e quelli invece da delegare ai colleghi.
Un puro formatore, in una società di formazione, si trova spesso a dover accettare senza possibilità di scelta i progetti in cui i team leader decidono di coinvolgerlo magari senza nemmeno la possibilità di prendere parte all’audit iniziale e alla progettazione del corso.
Per auspicare al successo come formatori, dando per scontato l’essere in possesso di qualità contenutistiche e di comunicazione di primo piano, occorre essere anche un abile venditore di noi stessi e della nostra attività.
Proporsi ad un’azienda, ad una società di formazione, ad un potenziale committente, ai partecipanti ad un corso di formazione e così via sono tutte situazioni in cui ci troviamo a vendere.
Se non siamo in grado di vendere noi stessi difficilmente avremo modo di far toccare con mano la qualità del nostro lavoro.
Molti formatori che ho conosciuto erano tecnicamente molto preparati ma aimè scarsi commercialmente, con il risultato che diversi hanno dovuto accontentarsi e/o abbandonare il settore.
Anche nella formazione aziendale funziona il meccanismo per cui non è sufficiente per il successo avere a disposizione un prodotto molto valido, occorre anche saperlo comunicare e vendere nel migliore dei modi.
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