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Articolo tratto dal libro:
L’apertura del corso
“Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione la prima volta” Oscar Wilde
Il corso deve iniziare in ogni caso all’orario previsto (vanno premiati i puntuali e non i ritardatari). Al massimo si possono aspettare cinque minuti se mancano più di tre persone. Durante tutto il corso occorre sempre far rispettare gli orari di ripresa dalle pause e/o di svolgimento delle esercitazioni, è una dimostrazione di professionalità.
Nell’aprire il corso occorre dedicare del tempo per:
- Presentazione personale e della propria società (massimo trenta secondi). Più che dire ai partecipanti quanto siamo bravi, dimostriamolo con i fatti e con umiltà.
- Presentazione dell’obiettivo dell’intervento, del programma e della metodologia di formazione.
- Regole del gioco: contratto di gruppo, organizzazione, materiali, pause, cellulari spenti, ecc.
- Giro di tavolo dei partecipanti per rompere il ghiaccio, farli presentare e raccogliere informazioni utili ed aspettative. Mantenere il foglio con le aspettative ben in vista per poi lavorarci continuamente durante il corso al fine di soddisfarle pienamente.
- Entrare subito nel vivo del corso con un approccio subito operativo e pragmatico.
In funzione della durata del corso, la fase di apertura può durare dai dieci minuti (per un intervento di una o due ore) fino ad un massimo di quarantacinque minuti (per un intervento di una o più giornate).
In questa fase l’obiettivo principale è di catturare l’interesse, mettere a proprio agio e ben predisporre i presenti.
Il formatore propone un contratto d’aula ai partecipanti riguardante in particolare:
- L’impegno: partecipate, partecipate, partecipate. Ogni domanda, ogni racconto di una propria esperienza personale sono fonti preziose per rendere ancor più pratico e concreto il corso.
- L’esprimersi liberamente con il rispetto per le idee altrui. Il fatto che un collega abbia un’opinione diversa dalla nostra non è un problema, anzì è una grande opportunità di confronto e di arricchimento reciproco. Non siamo qui per stabilire il torto o la ragione ma per condividere le nostre esperienze. Gli scambi e i feedback reciproci sono indispensabili per crescere.
- Il condividere con i partecipanti le modalità per dare e ricevere feedback. Nel dare un feedback ad un collega è opportuno utilizzare il metodo CAP (Comportamento Alternativo Positivo). Invece di dire ad un collega al termine di una simulazione d’aula “hai sbagliato a dire al Cliente le faccio perdere pochi minuti” diciamogli “quando il Cliente risponde al telefono, per verificare che possa parlare possiamo porre una domanda di verifica Ha cinque minuti per discutere insieme dell’offerta che le ho inviato?”. Nel primo caso esprimiamo solo una critica sterile, mentre nel secondo proponiamo possibili alternative di comportamento. Nel ricevere un feedback il nostro atteggiamento non deve essere di difesa e/o di risentimento in quanto si tratta in ogni caso di una preziosa opportunità di riflessione. E’ un regalo che il collega ci sta facendo ed in ogni caso ringraziamolo con un “Grazie”. Saremo in ogni caso sempre liberi di decidere se il regalo che ci è stato fatto lo consideriamo di valore o meno. Se il nostro atteggiamento verso i feedback altrui è ostile, corriamo il rischio che non ci vengano più fatti regali su cui aver quanto meno la possibilità di riflettere.
Alcuni classici errori da evitare nell’aprire un corso sono:
- Ripetere a memoria il copione senza coinvolgere le persone.
- Sopravvalutarsi (Io, Io…, parlare per minuti della propria grande esperienza e di quanto siamo alti, belli e biondi).
- Stare seduti e/o proiettare molti lucidi.
- Dare per scontato che i partecipanti abbiano letto il kit di presentazione del corso e/o siano a conoscenza degli obiettivi e del programma.
- Trasmettere insicurezza: voce tremolante, continuare a muoversi nervosamente, aprire e chiudere in continuazione il tappino di una penna, non guardare in volto i partecipanti, ecc.
- Far durare troppo la presentazione del corso e il giro di tavolo.
- Lasciar prendere troppo spazio e/o divagare da eventuali partecipanti logorroici.
- Non ascoltare e prestare attenzione ai partecipanti mentre parlano.
- Non saper gestire la raccolta delle aspettative: approccio generico (imparare qualcosa di nuovo, crescere professionalmente,…), aspettative fuori tema, attacco polemico (ho già fatto diversi di questi corsi, i corsi non servono a nulla), ecc.
Esercizio: preparare l’apertura del corso
Titolo del corso: ___________________________________________
Presentazione personale e della società per cui lavoriamo (massimo 30 secondi):
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Presentazione degli obiettivi, del programma e della metodologia:
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Regole del gioco e contratto con i partecipanti al corso:
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Cosa chiedere ai partecipanti nel giro di tavolo:
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Alcune modalità originali per far presentare i partecipanti durante il giro di tavolo:
- Chi sono io? Invitare ogni partecipante a scrivere su un foglio bianco il proprio nome e cognome ed in seguito riportare dieci diverse risposte alla domanda: “Chi sono io?”. Appendere i fogli ai muri e chiedere a tutti i partecipanti di alzarsi per andare a leggerli.
- Il grafico. Far creare un grafico lineare ad ogni partecipante in cui indicare le tappe più significative della propria vita e quelle previste per il futuro.
- Il disegno. Fare presentare i partecipanti con un disegno: una caricatura e/o cose o animali in cui ci si identifica.
- Che animale sei? Presentare se stesso con l’animale in cui ci identifichiamo maggiormente: “Che animale sono io e perché?”.
- Lo slogan pubblicitario. Presentare se stessi inventando uno slogan pubblicitario. Ad esempio, Gianluca Gambirasio: di professione scialpinista e per hobby consulente e formatore aziendale.
- La presentazione incrociata. Ogni persona non presenta se stesso ma presenta il vicino. Se le persone non si conoscono, lasciare qualche minuto per raccogliere informazioni sulla persona che ci sta a fianco.
- Il più... Lasciare del tempo ai presenti per studiare la composizione del gruppo e successivamente far scegliere un elemento distintivo (il più …) per ogni partecipante: il più giovane, il più alto, ….