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Articolo tratto dal libro:
"Formazione formatori: emergere con i risultati dalla giungla della formazione aziendale" di Gianluca Gambirasio, FrancoAngeli 2010 |
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«L'estremo piacere che proviamo nel parlare di noi stessi deve farci temere di non darne affatto a chi ci ascolta». François De La Rochefoucauld
L’abilità del formatore nell’immedesimarsi nei presenti e di coinvolgerli deriva innanzitutto dalla sua capacità di ascoltare e cogliere con attenzione le esigenze, gli interessi, le motivazioni e i feedback dei partecipanti.
Ascoltare con attenzione anche i segnali deboli anche non verbali, può farci cogliere moltissimi spunti per tarare al meglio ogni fase dell’incontro formativo.
Il lavoro più difficile per un formatore è proprio quello di ascoltare con attenzione, perché spesse volte si è distratti da ciò che vorremmo dire rispetto a quello che interessa e serve realmente agli altri.
Per ascoltare veramente dobbiamo fornire tutta la nostra attenzione ai presenti in aula. Questo richiede:
Occorre prestare la massima attenzione a tutti i messaggi verbali e non con cui le persone ci comunicano i loro bisogni.
E’ necessario inoltre essere consapevoli che ascoltare attentamente non è un processo facile, anzi implica un grosso dispendio di energie.
Sentire ed ascoltare sono due aspetti molto differenti: nel primo caso si percepiscono senza interesse i suoni emessi dal nostro interlocutore e li si dimentica velocemente, nel secondo caso siamo invece totalmente concentrati su ogni sfumatura della comunicazione per coglierne il vero significato.
Vi sono molti vantaggi per un formatore nell’ascoltare:
Ascoltare attivamente è veramente un’attività faticosa perché tra gli interlocutori esistono molte barriere interne (i pensieri che ci distolgono l’attenzione) e barriere esterne (l’ambiente, il contesto, le interruzioni).
Alcuni metodi per sviluppare l’ascolto attivo sono l’utilizzo di:
Barriere interne |
Significato |
Sapere quello che viene dopo |
Non ci curiamo di ascoltare perché riteniamo di sapere già quello che seguirà |
Prevenire la risposta |
Iniziamo a strutturare una risposta prima di averla effettivamente sentita |
Ansietà del messaggio |
Non ascoltiamo perché non vogliamo sentire qualcosa che non ci piace |
Sentire quello che vogliamo sentire |
Selezioniamo le informazioni che vogliamo |
Messaggi contrastanti |
Le parole ed i messaggi non verbali sono incongruenti tra loro |
Il messaggio confonde la persona |
Ci piace/non ci piace chi parla, e valutiamo il messaggio di conseguenza |
Si investe chi parla con ostilità verso di noi |
Ci aspettiamo che chi parla sia un antagonista |
Voci/stereotipi |
Sappiamo com’è la gente, è come… |
Ciò che serve inoltre fare è sviluppare la capacità di connessione tra l’ascolto e le domande poste, per dare prova di ascolto attivo quindi è bene far uso di frasi/espressioni di collegamento prima di passare alle domande, quali:
Se omettiamo questo piccolo dettaglio e passiamo senz’altro alle domande,l’effetto è decisamente di chi vuole tagliare corto e manda immediatamente segnali impersonali e di scarsa motivazione. Si comunica inoltre la sensazione di essere un numero, non una persona.
La riformulazione implica ripetere in modo conciso ciò che il partecipante ha appena detto per verificare l’intesa e segnalargli di averlo compreso. La riformulazione ci aiuta nell’ascolto attivo.
Esempi di riformulazione:
La riformulazione ci permette di rilanciare il discorso senza bloccarlo o influenzarlo, dimostrando attenzione, interesse e rispetto per il partecipante e per quanto sta dicendo. Questo succede sia nel caso in cui il partecipante annuisca e prosegua, sia che corregga e precisi e sia che completi ed integri.
Un altro metodo che ci aiuta a sviluppare l’ascolto attivo è la sincronizzazione, in cui durante il colloquio il formatore ed il partecipante si armonizzano su:
Tale metodo di ascolto attivo ci aiuta a rimanere presenti nella relazione e non cominciare a vagare con la mente verso pensieri che ci distraggono.
L’essenza della buona comunicazione sta nel fatto di parlare con qualcuno, non a qualcuno.
Parlare a è:
|
Come si fa a |
Facendo domande ed ascoltando! |
Esercizio: Test di autovalutazione sulla comunicazione
1. Il paraverbale è rappresentato da:
2. Nel processo di comunicazione la decodifica è:
3. Ascoltare attivamente significa:
4. Per incongruenza si intende:
Nota:
i test di autovalutazione durante un corso di formazione possono essere utilizzati anche stile quiz televisivo con tanto di tabellone per i punti e premiazione finale del gruppo vincente per rendere più divertente e stimolante l’esercizio ed evitare tristi ricordi da verifica scolastica.
Soluzioni: 1c / 2b / 3b / 4a
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