Articolo tratto da:
"Il venditore etico: conquistare la fiducia del Cliente con i fatti" di Gianluca Gambirasio, e Daniela Andreini - Management Consultant Olympos Group srl, FrancoAngeli 2005 |
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Stabilire le necessità del Cliente. Non bisogna dire al Cliente quali sono i suoi bisogni, occorre chiederglieli! Solo dopo essere sicuri di aver bene compreso le sue esigenze il venditore di fiducia è nella situazione di poter proporre soluzioni mirate e concrete.
Se vogliamo definire una gradazione della qualità dell’intervista di un venditore, potremmo utilizzare la seguente griglia:
I vantaggi del fare domande al Cliente sono molteplici, ed in particolare:
Il rischio nei livelli di intervista 0 e 1 è che se ci si trova davanti ad un Cliente che parla poco, non riusciamo ad aprire il dialogo e a coinvolgere il Cliente. L’incontro diventa un monologo del venditore con alla fine il Cliente che ringrazia e dice “ci penso”. Il venditore finisce l’incontro incassando un “ci penso”, senza avere nemmeno raccolto informazioni sulla situazione del Cliente.
Un miglioramento è rappresentato dal porre al Cliente domande aperte, vale a dire domande a cui il Cliente non può rispondere solo con un sì o un no (es. “Come è organizzata la vostra produzione?”). Un’altra categoria che assimiliamo alle domande chiuse sono le domande semiaperte (semichiuse) a cui in Cliente può rispondere con una sola parola (es. “Entro quale giorno avete bisogno della merce?”).
Esercizio: trasformate in domande aperte le seguenti domande chiuse.
Domanda chiusa |
Domanda aperta |
Ha visto il nostro nuovo catalogo? |
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Si è trovato bene con il nuovo modello XC12? |
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Avete problemi con la manutenzione? |
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Le sembra caro? |
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Entro fine anno dovrà effettuare un ordine? |
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Ha trovato interessante il nostro stand alla fiera? |
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La regola fondamentale nel porre delle domande aperte è partire da argomenti generali per poi arrivare al particolare ed ai dettagli della situazione del Cliente (fig. 1).
Figura n. 1 Le domande al Cliente: dal generale al particolare
Esempio:
A: “Prima di passare alla presentazione dei prodotti e di quello che la nostra società fa, posso porle alcune domande per capire cosa le interessa maggiormente?” (chiedere apertamente al Cliente il permesso di fare alcune domande per comprendere meglio le esigenze e le aspettative del Cliente è un ottimo metodo per creare un clima disteso e di apertura)
B: “Prego”
A: “Cosa pensa delle assicurazioni sugli infortuni?”
B: “In realtà, penso che siano utili per una determinata categoria di persone.”
A: “Quale categoria in particolare?”
B: “Beh, sicuramente per le persone che pensano al futuro dei propri familiari e che abbiano una possibilità di un minimo di risparmio attuale”
A: “Lei appartiene a questa categoria?”
B: “Beh, credo proprio di sì”
A: “Cosa deve avere un’assicurazione sugli infortuni per essere presa in considerazione da lei?”
B: “Deve avere una durata limitata, deve essere flessibile e deve avere un prezzo modico”
A: “Cosa intende per durata limitata?”
B: “Non deve superare i tre anni”
A: “Per flessibilità, invece?”
B: “La possibilità di cambiare importo di versamento e la possibilità di saltare la rata nei casi di emergenza.”
A: “Cosa intende infine per prezzo modico?”
B: “Non voglio versare più di euro 100 al mese”
Una volta poste le domande aperte, facciamo una pausa. Aspettiamo la risposta, dopotutto abbiamo fatto le domande perché volevamo conoscere le relative risposte. Il silenzio è un’arma di coinvolgimento formidabile. E’ per tutti molto difficile non rispondere.
Le domande chiuse servono per ottenere con precisione unchiarimento, un riassunto, una conferma, una risposta precisa. Invitano a dare risposte sì o no. Riducono il dialogo al minimo. Facciamole solo se vogliamo che vi si risponda con un “sì” o un “no”, e ricordiamoci, che abbiamo il 50% di possibilità di ottenere un “no”.
Le domande chiuse possono essere pericolose, perché una volta che qualcuno ha detto di no, è piuttosto complicato fargli cambiare idea, come ad esempio: “Tesoro, possiamo andare al cinema stasera?” “No!”.
Esempio:
A: “Quindi ricapitolando, lei vorrebbe avere un’assicurazione sugli infortuni di tre anni che le permetta di decidere di cambiare l’importo di versamento nell’arco dei tre anni e che infine non superi i 100 euro al mese”
B: “Sì, esatto.”
A: “Credo proprio che la nostra azienda abbia diverse alternative vantaggiose tra cui scegliere”
…
Una cattiva notizia: tutti i venditori sono capaci di porre domande aperte, questo non basta per differenziarci.
Per riuscire ad ottenere dal Cliente delle informazioni di qualità è necessario essere in grado di porre domande di qualità: le domande ad alto valore.
Una domanda ad alto valore si caratterizza per essere:
In una situazione di vendita, le domande sono un po' come un capitale da investire bene, per ottenere un alto ritorno. Nell’intervista al Cliente questo ritorno è rappresentato da informazioni di grande valore, utili per fornire al Cliente la migliore soluzione ai suoi bisogni.
Non basta saper fare domande aperte o chiuse. La bontà dello scambio di informazioni con il Cliente dipende dalla qualità delle informazioni che il venditore riesce a raccogliere.
Il rischio delle domande non finalizzate è che il Cliente per rispondere non è obbligato a interrogarsi veramente, a ragionare e riflettere sui suoi bisogni.
Le domande ad alto valore obbligano invece i Clienti a riflettere e non consentono di dare risposte d’impulso e superficiali.
Alcuni esempi di domande alto guadagno:
Lo scopo è quello di individuare non solo le esigenze palesi, quello che il Cliente chiede, ma anche le esigenze latenti, quello di cui il Cliente potrebbe aver bisogno, ma non ricorda, non conosce o non vuole manifestare.
E’ importante dunque indagare i bisogni reali dei nostri interlocutori. Spesso i Clienti sono convinti di conoscere bene i loro bisogni, ma solo con domande mirate e precise riescono in realtà a far emergere riflessioni più puntuali.
Il momento dell’intervista deve quindi essere un momento di riflessione per il Cliente. Il lavoro quotidiano ci permette di avere pochi spazi di riflessione e di programmazione, perché non regalarne uno ai nostri Clienti?
Fig. 2 La piramide della conoscenza del Cliente
Il bisogno è un concetto molto profondo che rappresenta il divario tra lo stato attuale e quello desiderato del Cliente (Fig. 3).
Tra lo stato attuale e quello desiderato esiste lo spazio della vendita.
Per aiutare meglio il Cliente a riflettere ed analizzare le proprie necessità è opportuno, durante il colloquio, variare l’orizzonte temporale di riferimento delle nostre domande, andando ad indagare contemporaneamente:
Fig. 3 Il bisogno del Cliente è un divario
Un’importante precauzione nel fare le domande al Cliente è non dimenticarsi che non possiamo farne diverse decine, altrimenti rischiamo di far innervosire il Cliente e di trasformare l’incontro in un interrogatorio poliziesco invece che in un dialogo. Una motivazione in più per fare subito centro con delle domande ad alto valore.
Descrizione del contesto di riferimento:
Obiettivo di scoperta:
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Stato temporale |
Domande ad alto valore: |
Passato |
1 2 3 |
Presente |
1 2 3 |
Futuro |
1 2 3 |
RIASSUNTO
Per ogni obiettivo di scoperta e raccolta di informazioni che si pone scriva almeno 3 differenti domande ad alto valore. Un consiglio: scriva quante più domande aperte possibili e selezioni alla fine quelle che ritiene siano realmente ad alto valore.
Obiettivo di scoperta |
Domande ad alto valore (almeno 3 per ogni obiettivo) |
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1 2 3 |
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1 2 3 |
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1 2 3 |
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1 2 3 |
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1 2 3 |
anni di esperienza
formatori e consulenti aziendali senior
corsi in aula / online e team building a catalogo
aziende Clienti
partecipanti